3 Giorni (2 Notti)

IL POLESINE, ROVIGO “la piccola Venezia” BERGANTINO e il Museo Storico delle Giostra e dello Spettacolo Popolare

Destinazione: Italia /

Itinerario

1° Giorno Badia Polesine

Arrivo della Vostra comitiva nel primo pomeriggio a Badia Polesine. La prima tappa da fare una volta entrati a Badia Polesine è visitare l’Abbazia della Vangadizza. La più antica abbazia del territorio polesano di cui ancora oggi rimangono gli edifici e parte della chiesa. Fu fondata, per volere dell’allora signore di Mantova Almerico e della sua sposa Franca nella metà X sec. L’ultima disposizione testamentaria dell’ormai vedova a favore della basilica di Santa Maria è del 954. Negli anni successivi si alterneranno numerose donazioni da parte di nobili italiani e già nel 961 si parla di un abate, mentre nel 993 si fa cenno alla presenza di un monastero di benedettini in costruzione. Al termine del 900 l’abbazia ottiene l’indipendenza feudale e attorno all’anno 1000 sale al rango di diocesi per volere dell’allora papa Silvestro II. Alla fine del 1100, grazie alla protezione dei monaci che risiedevano all’interno dell’abbazia e al carattere indipendente del territorio rispetto al potere feudale, molti contadini si trasferirono nelle zone di competenza dell’abbazia e diedero avvio a grandi campagne di bonifica facendo diventare l’abbazia un punto di riferimento nel territorio. L’importanza dell’abate della Vangadizza era riconosciuto dai vari poteri del periodo medioevale, come il papato e l’imperatore del Sacro Romano Impero. Dal 1213 si assiste ad una svolta nella gestione dell’abbazia che passa all’ordine dei Camaldolesi, ordine più dedito alla contemplazione e all’accrescimento delle arti piuttosto che alla cura del territorio che ormai dipendeva di fatto dall’abbazia e dal suo volere.
Ciò, se da un lato comportò all’ampliamento della biblioteca e allo sviluppo di attività culturali come il canto, dall’altra portò a dissidi interni al territorio per la mancanza di una guida sicura e forte. Dal XV secolo, a causa di queste motivazioni, l’abbazia venne affidata a personale ecclesiale esterno, cioè ai vescovi del territorio limitrofo come il vescovo di Rovigo ed Adria o a quello di Brescia.
L’abbazia venne definitivamente soppressa dalla Repubblica di Venezia nel 1789 che ne incamerò i beni a seguito della riforma voluta dai patrizi veneziani. Nel 1792 ulteriore passo che pose fine all’importanza dell’abbazia e della città di Badia Polesine fu la soppressione della diocesi e l’accorpamento con quella di Adria e Rovigo. La demolizione dell’intero complesso fu iniziata il 25 aprile 1810 quando la chiesa e il monastero vennero chiusi definitivamente. I lavori vennero fermati, purtroppo, quando erano quasi completati ma lasciandoci ancora l’intero chiostro, l’abside e il campanile pendente che ancora oggi possiamo ammirare. Un’ultima curiosità sull’abbazia, nella piazza antistante il complesso riposano, in due sarcofagi di marmo, Alberto Azzo II d’Este e la moglie Cunegonda di Altdfor capostipiti della nobile famiglia degli Estensi, signori di Este e successivamente di Ferrara. Il centro di Badia Polesine: visitata l’Abbazia della Vangadizza continuiamo la nostra passeggiata in bicicletta verso il centro città di Badia Polesine per scoprire altre cose da vedere assolutamente! Teatro Sociale E. Balzan, la “Fenice” del Polesine: il centro di Badia Polesine ospita uno dei teatri più belli del Polesine e tra i più belli del Veneto, è stato chiamato, per la sua bellezza, la “Piccola Fenice”. Stiamo parlando del Teatro Sociale “E. Balzan”. Costruito nel 1812 da Bartolomeo Dente su disegno di Sante Baseggio, architetto di Rovigo, nel 1836 passa di proprietà ad una società di Palchisti che lo denominerà “Teatro Sociale”.
 Nel 1855 il teatro subì un profondo intervento di restauro e ampliamento, con l’inserimento delle decorazioni dorate che ancora oggi lo caratterizzano e hanno portato al soprannome di “Piccola Fenice” per la ricchezza delle decorazioni e per lo stile simile al ben più famoso teatro di Venezia. A inizio ‘900, a causa delle importanti spese di gestione, la società che lo gestiva chiude l’attività e il teatro viene acquisito dal Comune di Badia. Solo negli anni ‘70, grazie all’interesse di Ivan Tardivello, ispettore delle Belle Arti originario proprio di Badia Polesine, si programmeranno i restauri dell’edificio. Edificio che riapre saltuariamente ospitando soprattutto mostre d’arte. Nel 2007 si avviano i lavori dell’ultimo restauro che termineranno nel 2011.
Proprio con la riapertura del Teatro Sociale coincide l’intitolazione ad Eugenio Balzan, imprenditore e famoso giornalista. Ancora oggi all’interno del teatro è ospitata la collezione di Balzan, donata dall’omonima fondazione alla città di Badia Polesine e visitabile nei giorni festivi. Chiesa arcipretale di Badia Polesine: nel centro città, proprio di fronte al Teatro Sociale, sorge la chiesa arcipretale di Badia Polesine e dedicata a San Giovanni Battista. La chiesa compare già alla fine del XII sec. come cappella dei monaci ed era direttamente dipendente dell’Abbazia della Vangadizza ed era adibita alle funzioni religiose per il popolo. La chiesa attuale nasce grazie al restauro del 1700 che l’ha notevolmente ampliata ed arricchita rispetto alle dimensioni e agli arredamenti presenti all’interno della chiesa precedente. La struttura religiosa all’interno presenta decorazioni e quadri di artisti polesani importanti.
Da vedere assolutamente la cantoria e l’organo finemente intagliati e decorati. Il Comune di Badia Polesine: la sede municipale di Badia Polesine è un palazzo ricostruito, su un precedente edificio antico, nel XVII sec. ed è finemente decorato negli spazi interni da artisti polesani. Sotto il porticato sono presenti numerose lapidi decorate dedicate ai cittadini badiesi illustri, tra cui proprio Eugenio Balzan.
A fianco del palazzo comunale sorge la torre campanaria civica risalente al 1500 e tutt’ora attiva. Altri luoghi da segnalare e andare a vedere a Badia Polesine vi sono: Palazzo Estense: palazzo Estense, a pochi passi dall’Abbazia della Vangadizza sorge il palazzo degli estensi, poi conosciuto come palazzo Gradenigo. Risalente al 1400 è in stile tardo-gotico, con numerose decorazioni architettoniche in stile, come ad esempio le trifore in stile gotico-fiorito.
Attualmente il palazzo è in abbandono e non è visitabile. Mercato coperto: il palazzo del Mercato Coperto è una costruzione molto particolare presente in città. Costruito nel primo ‘900 è decisamente influenzato dallo stile di Palazzo Ducale a Venezia. Sotto al portico era ospitato il mercato che si svolgeva in città. Attualmente ospita eventi culturali o incontri con autori o incontri dedicati alla cittadinanza. Trasferimento in hotel, sistemazione, cena e pernottamento.

2° Giorno Rovigo "la piccola Venezia" - Adria

Prima colazione in hotel e partenza per Rovigo. Rovigo vive adagiata nel cuore del Polesine ed è accarezzata dalla brezza marina che arriva dal vicino Delta del Po. Meno appariscente di altre località venete, rappresenta per molti una scoperta artistica, culturale e ambientale. Le testimonianze architettoniche presenti lungo le vie cittadine raccontano una città nata come feudo vescovile che nel periodo medievale si arricchisce in monumenti e palazzi. Tra tutte spiccano la Torre Donà, emblema della città, e la Torre Mozza, residui dell'antica fortificazione medievale. A segnalare, invece, la presenza della Repubblica Serenissima, nel centro cittadino troviamo il signorile Palazzo Roncale e Palazzo Roverella. Quest'ultimo edificio, oggi restaurato, è la nuova sede della pinacoteca dell'Accademia dei Concordi, una delle più importanti del Veneto e luogo di prestigiose mostre contemporanee. Di particolare interesse è il Santuario della Beata Vergine del Soccorso, detto la Rotonda per la sua planimetria ottagonale, a cui si affianca il campanile del Longhena. Poco lontano si erge Il Duomo, altro edifico religioso che conserva i tratti architettonici dell'arte barocca. Per chi è alla ricerca di un angolo di tranquillità, è possibile visitare il Monastero Olivetano di San Bartolomeo, un'oasi di pace per una pausa contemplativa. Per conoscere Rovigo e le sue tradizioni è d'obbligo infine una visita al Museo dei Grandi Fiumi, dedicato alla storia della civiltà contadina sospesa tra terra e acqua, ma da sempre legata ai ritmi del fiume Po e del vicino mare. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio trasferimento ad Adria e visita: Il Museo Archeologico Nazionale: chi viene ad Adria deve assolutamente visitare il Museo Archeologico Nazionale. Qui, infatti, è raccolto il materiale che testimonia l’importante ruolo commerciale rivestito anticamente dalla città. Si trovano, pertanto, esposti: ceramiche greche figurate, manufatti etruschi di bronzo e preziosi monili in oro, corredi funerari provenienti dalle necropoli adriesi. Di particolare interesse, poi, è la cosiddetta Tomba della Biga, una singolare sepoltura che comprende tre cavalli e un cocchio. Prestigiosa è la raccolta di vetri romani, prodotti con le tecniche più diverse, di forme e colori molteplici. Questi sono esposti in una apposita vetrina che, con sapienti giochi di luce, ne valorizza i colori e le forme, spesso singolari. Il Museo propone gli allestimenti del Lapidario Romano, della Sezione Etrusca, della Sala della Romanizzazione e della Sezione Romana. Il Museo della Cattedrale di Adria è ubicato in Piazzetta Campanile, a fianco della Chiesa Cattedrale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Inaugurato nel 2015, raccoglie le testimonianze della Diocesi millenaria di Adria. Molto significativa la sala denominata del Tesoro nella quale è esposto il tesoro della Cattedrale ovvero una raccolta di arte sacra molto preziosa. Degni di nota: la ricostruzione di un altare in cotto attribuito a Michele da Firenze realizzato attorno al 1440 e i frammenti di un altare del maestro del Monumento Fava in terracotta (metà del 1400). Quest’ultimi, secondo una teoria della studiosa Francesca Piccinini, potrebbero costituire insieme alla Dormitio Virginis la medesima pala d’altare. Nel percorso museale, inoltre, si può accedere ad un vano semicircolare con affreschi raffiguranti le figure degli apostoli anteriori al mille impropriamente denominato cripta. La Cattedrale: su Piazza Garibaldi si affaccia la Cattedrale dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo. Qui di particolare interesse vi è la monumentale sacrestia che presenta artistici armadi intagliati in noce e scolpiti da Jacopo Piazzetta nella seconda metà del XVII secolo provenienti dalla soppressa Scuola della Carità di Venezia. La loro funzione doveva essere quella di contenere l’archivio della confraternita veneziana. Inoltre la Cattedrale conserva il più antico documento di devozione mariana del Veneto. Si tratta, infatti, di un bassorilievo copto-egiziano del VI secolo con incisioni in greco raffigurante la Vergine in trono col Bambino in grembo. In questa chiesa si può anche ammirare la statua della Beata Vergine del Rosario in onore della quale sono state istituite le Feste Quinquennali nel 1717. La Basilica di Santa Maria Assunta (Tomba): la Basilica della Tomba sorge nella zona più antica della città. Entrando, sulla sinistra, si può subito notare il fonte battesimale, costituito da una vasca in pietra calcarea di forma ottagonale proveniente dalle terme romane di Adria. Poco più avanti, nell’altare delle Grazie, è da osservare un affresco staccato del XV secolo con la Madonna del latte. Dalla navata destra, invece, si accede alla Cappella della Dormitio Virginis che prende il nome dall’altorilievo in terracotta che vi è custodito. L’opera, di pregevole fattura, prima attribuita a Michele da Firenze, pare sia riconducibile all’ignoto autore bolognese del Monumento Fava. La collezione di stampe della Famiglia Bocchi: presso Palazzo Bocchi, sede della Fondazione Scolastica “Carlo Bocchi, si possono ammirare le stampe antiche, che formano la Collezione “Carlo Bocchi”. Esse sono un’eredità culturale preziosa, dovuta alla passione collezionistica di Carlo Bocchi (1752-1838), uomo politico e benefattore, protagonista della vita pubblica della città di Adria. Nella raccolta si possono, così, osservare i fogli di famosi artisti. Ecco che si spazia da un maestro come Albrecht Dürer ai celebri bulini dei Sadeler, famiglia di incisori del XVI secolo. Così pure si passa dai seicenteschi Salvator Rosa e Jacques Callot, ai protagonisti del secolo dei Lumi, Jackson, Leonardis e Bartolozzi. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

3° Giorno Bergantino: il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare

Prima colazione in hotel e partenza per Bergantino. Il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare nasce nel 1999 per volontà del Comune di Bergantino, che ne ha elaborato il progetto e ne detiene la gestione, e della Provincia di Rovigo, che ha acquistato e restaurato parte del settecentesco Palazzo Strozzi a Bergantino per adibirlo a Museo. La sua realizzazione è stata possibile grazie anche alle numerose ed importanti collaborazioni con l’Accademia dei Concordi di Rovigo, il Centro Etnografico di Ferrara, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e la Sovraintendenza ai Beni Demoetnoantropologici del Lazio. Il 18 Giugno 2011 il Museo è stato nuovamente inaugurato con un allestimento del tutto nuovo e suggestivo: completamente rinnovato, esso presenta un affascinante percorso storicoantropologico dal titolo “I Luoghi dell’Altrove”, che si snoda attraverso 9 sale, che narrano la storia della Fiera a partire dalle origini nel mondo antico fino ad arrivare al moderno e tecnologico Luna Park. Uno degli aspetti più significativi dell’allestimento del Museo è costituito dal Sistema di Supporto Multimediale, che mette a disposizione del visitatore 15 punti informativi, gestiti da una rete di computer e dotati di monitor touch screen interattivi, dai quali si può accedere a numerosi brevi filmati monotematici o a presentazioni multimediali in power point, concernenti i singoli argomenti dell’esposizione. Tre sale sono inoltre dotate di maxi-schermo e proiettore per la presentazione di filmati e documentari in occasione di visite guidate di gruppi o di incontri organizzati all’interno del Museo. La nascita di questo Museo è stata promossa per creare un centro di ricerca e di studio in perfetta armonia con la realtà socio-economica del territorio polesano e veneto, che, a partire dagli anni ’20, ha legato al mondo della Giostra la sua storia, la sua economia e il suo riscatto da una secolare depressione economica e sociale. Bergantino, come fulcro storico del territorio polesano, si caratterizza per la presenza di due attività legate al mondo delle giostre: - Attività imprenditoriale di costruzione di attrazioni per Luna Park della più avanzata tecnologia; - Attività itinerante di esercenti di spettacoli viaggianti: i “Bergantini” Oggi la giostra da semplice strumento di divertimento o “fenomeno da baraccone” è divenuta a Bergantino e nei paesi limitrofi industria d’eccellenza e pilastro portante dell’economia del Distretto Polesano della Giostra, che comprende 68 aziende concentrate in una ristretta area comprendente i Comuni di Bergantino, Melara, Castelnovo Bariano, Ceneselli e Calto, con un fatturato annuo che si aggira intorno ai 200 milioni di euro e un export che raggiunge oltre l’80% della produzione di attrazioni ipertecnologiche vendute in tutto il mondo. Qui si produce tutto quello che può servire ad un Luna Park, dalle giostre di vertigine ai lussuosi caravan fino ai più sofisticati fuochi d’artificio: è nata qui una vera industria del divertimento conosciuto più all’estero che da noi. La giostra è comunemente considerata oggi un’eccellenza veneta. A Bergantino la seconda attività legata alla giostra riguarda la gestione diretta di spettacoli viaggianti. Oggi parliamo di una quarantina di famiglie di spettacolisti (o viaggiatori) itineranti, che portano le loro attrazioni nelle fiere di tutta Italia partendo dalla primavera all’autunno. In passato erano 105 le famiglie di viaggiatori su una popolazione che non arriva alle 3000 anime. Essi, però, non vanno confusi con i giostrai nomadi Sinti che costituiscono un’etnia a se stante, hanno un’altra origine e una storia diversa. Gli spettacolisti di Bergantino, conosciuti nell’ambiente delle fiere come i “Bergantini”, costituiscono gruppi professionali che viaggiano per necessità di lavoro e non per una vocazione alla vita nomade. Sono emigranti stagionali, proprietari di attrazioni costosissime e d’avanguardia, costretti in passato a intraprendere un’attività itinerante per mancanza di un adeguato sostentamento per la vita della famiglia nell’ambiente d’origine. IL PERCORSO ESPOSITIVO DEL MUSEO: Il Museo storico della Giostra è nato per valorizzare le attività socio-economiche dell’Altopolesine e del Veneto, inserendo però la realtà culturale locale nell’ampio contesto nazionale ed europeo. In sintesi si può dire, infatti, che il percorso espositivo si snoda attraverso le sale del settecentesco Palazzo Strozzi per raccontare tre storie tra loro interconnesse: - la storia della Fiera che nasce nel Medioevo come grande mercato e si evolve nei secoli dando vita ai grandi spettacoli popolari: la Commedia dell’Arte (1500), il Teatro dei burattini e delle marionette (1600), il Circo (1700), il Cinema (1800) e il Luna Park (1900): affiora un passato attraente e sorprendente perchè è la storia della gente, storia nostra e di tutti che nessun testo scolastico racconta mai. - la storia delle giostre che hanno origini antiche in giochi rituali delle società contadine; giochi giunti fino a noi attraverso un lungo processo evolutivo che li ha trasformati nelle attrazioni ipertecnologiche che conosciamo. Ogni giostra è, quindi, il punto di arrivo di una lunga storia racchiusa dentro alle affascinanti attrazioni del Luna Park. La ricerca e lo studio all’interno di queste storie portano spesso a sorprendenti risultati documentati nel Museo. - la storia di un paese, Bergantino, che si inserisce con le sue giostre nel grande contesto storico nazionale dello spettacolo popolare viaggiante, nel quale contesto la realtà di Bergantino trova la sua ragion d’essere. E’ una storia fatta di tante vicende umane che si collegano anche all’emigrazione veneta e italiana. E’ la storia di come una comunità riesce a sollevarsi dalla crisi economica del ’29 e allontanare lo spettro della fame grazie ad un’emigrazione non definitiva, ma stagionale, inventandosi un mestiere nuovo, quello dello spettacolista itinerante che consente di non staccarsi dal proprio ambiente d’origine. Bergantino ringrazia ancor oggi quei pionieri che in un passato non tanto lontano hanno aperto una strada sulla quale si sono incamminate ben 105 famiglie, inseguendo un sogno di riscatto dalla loro miseria, e tanti artigiani che hanno dato il loro contributo alla futura nascita del Distretto Industriale Veneto della Giostra. Si è così contenuto il doloroso fenomeno dell’emigrazione. L’esposizione è prevalentemente documentaria, suffragata da oggetti d’antiquariato, preziosi e rari strumenti musicali della fine dell’Ottocento (tutti perfettamente funzionanti), modellini di giostre antiche e moderne, manufatti artistici, stampe e dipinti, immagini e filmati. Pranzo in ristorante o in una antica trattoria del Polesine.

La quota COMPRENDE

  • 2 mezze pensioni in hotel
  • Sistemazione in hotel in camere doppie con servizi
  • 1 pranzo in ristorante a Rovigo
  • 1 pranzo in ristorante nel Polesine
  • 1 ingresso con visita guidata al Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare
  • IVA
  • 1 GRATUITÀ IN DOPPIA OGNI 25 PERSONE PAGANTI

La quota NON COMPRENDE

  • Extra, bevande, ingressi, pullman, guida e quanto non convenuto
  • Supplemento camera singola
  • Supplemento periodi ponte (a richiesta)
  • Eventuali tasse di soggiorno comunali, a persona, da pagarsi direttamente in hotel.

* I prezzi, salvo dove diversamente indicato, si intendono per persona, in camera doppia, in periodo di bassa stagione e IVA compresa; alla data odierna potrebbero avere subito variazioni. Per una quotazione aggiornata richiedere un preventivo personalizzato utilizzando l'apposito form.

Le fotografie presenti su questo sito hanno solo lo scopo di presentare i tour, potrebbero non rappresentare i luoghi che verranno effettivamente visitati.

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